Andrew Daffodil

S'innalza da terra un metro e ottanta abbondante, sorretto da una fisionomia piuttosto muscolosa senza essere esagerata, data dagli sport verso i quali è portato (corsa, boxe, windsurf) e che ha però messo da parte per non perder di vista lo scontroso fratellino. I capelli corti sono volutamente e attentamente spettinati, la mattina si sveglia quei quindici minuti prima per sistemarsi solo l'acconciatura castana.
Gli occhi grigi saltano all'occhio sotto i capelli scuri, particolarmente magnetici e di grande aiuto nei suoi continui tentativi nell'approcciarsi al sesso femminile, del quale ha particolare stima. Il viso squadrato è tipicamente americano, l'abbronzatura lieve e la barba rada gli danno un'aria più adulta di quanto in realtà non dimostri all'anagrafe.
Lycan — Wolf Alto 130 cm al garrese, ha una lunghezza, dal muso all'inizio della coda, di 170 cm —se si alza sò cazzi—; la fronte è ampia, le mandibole particolarmente robuste, le iridi del medesimo colore della forma umana. Lungo il profilo del capo, le orecchie saltano all'occhio, lunghe ed apie, a cogliere i minimi suoni. Il manto è grigio e bianco, mentre il petto è interamente di quest'ultimo colore. Come già sottolineato, non ha dimensioni entro la norma, è stranamente più massiccio di un canide normale.

Solitamente indossa maglie non esageratamente aderenti, che mettono in risalto i muscoli allenati sotto il tessuto scuro e a stampe rock o ambigue, associate a giubbotti di pelle o jeans e pantaloni non più chiari della maglietta. Ama le T-shirt e ne ha ben quattro cassetti ricolmi.
Al collo porta una collana con un pendente in argento rappresentante il capo di un lupo intento ad ululare al quale tiene particolarmente, anche se solo lui ne conosce il motivo.
All Star Black Addict, oh, yeaH

Aperto, socievole e decisamente incline a rapportarsi con le ragazze, gioca costantemente la carta dello sguardo intenso e di ghiaccio che da sempre gli procura non poche avances dall'altro sesso, prontamente stoccate dal fratellino quasi onnipresente sia nei suoi tentativi verso le donne che quelli di queste nei suoi confronti.
Ottimista, risulta simpatico ai più ed è particolarmente altruista, dettaglio affinato dal continuo bisogno d'attenzioni dell'incoscente fratello minore, nonostante l'aria da sbruffone stemperi all'apparenza.
Ha un singolare fastidio verso il lavoro, tant'è che appena giunge una cliente, preferisce intrattenerla con discorsi lusinghieri e battute che portarla al tavolo e tornare dietro il bancone, che puntualmente scarica a Barnabas.
Ah, dimenticavo: ha un lato spinto che viene a galla solo a momento debito. Non gli spiace per nulla occuparsi del fratello, anzi, ma quando esce di testa è capace d'inacidirsi in modo assurdo, facendo pesare tutto a chiunque, specialmente a Barn, conoscendone i ben mascherati punti deboli.

≈ Essendo nato il primo giorno del mese delle rose, qualche ammiratrice lo definisce tutt'ora Rosa d'Argento, nonostante questo l'infastidisca per la poca mascolinità del nome, è riuscito a ridurre il soprannome ad uno spiccio Silver che con la sua passione per il Windsurf è mutato in Silver Windsurfer o Silver Wind. Cosa che lo diverte particolarmente.
≈ Ama lusingare le donne ed essere lusingato, non gli dispiacciono le attenzioni ed ha una parola di complimento per ciascuna, cosa che lo rende piuttosto popolare tra le ragazze, associato alla voce e allo sguardo particolare.
≈ Si sente particolarmente realizzato quando il fratello pare compiaciuto o felice, adora quando sorride.
≈ È estremamente disordinato.
≈ Ascolta qualunque cosa. QUALUNQUE
≈ Quando i suoi genitori hanno avuto l'idea di rifargli la stanza, a quindici anni, ha innocentemente avanzato l'idea di prendere un letto ad una piazza e mezzo, dato che quello matrimoniale era off-limits.
Perché così Barn è più comodo, pensa, ma non lo direbbe MAI

Quando raggiunse la maggiore età, Andrew ricevette in regalo un appartamento niente male ai bordi della città, quasi a ridosso tra la costa e la zona boschiva, lontano dal tram tram della città. Tramtram che tanto ama, non c'è che dire. Prima di tornare da Washington aveva deciso di trasferirvicisi con il fratello minore, una sorta di regalo di compleanno, aveva anche iniziato ad arredarlo, tanto è spazioso e luminoso, gli ambienti sono aperti e presenta piante quasi in ogni dove, le finestre ampie danno sul verde e sul mare.
Pensava fosse perfetto per tranquillizzare il cuore di Barnabas e per allontanarlo dal pensiero stakanovista che lo tormentava al Night.
Ma la partenza improvvisa l'aveva colto alla sprovvista, tanto che alcune stanze sono ancora vuote, quelle da riempire con le cose di Bassie, per la precisione, tra cui la libreria con mobili di ciliegio scuro, come il parquet, di legno come buona parte dell'abitazione.

Partorito dopo una gestazione poco fastidiosa ed un travaglio piuttosto rapido, è venuto alla luce il primo giorno di maggio, sotto il segno del Toro. Fin da piccolo si è dimostrato incline ad estendere la propria rete di contatti e rapporti, all'asilo era amico di qualunque bambino frequentasse l'istituto.
All'età di cinque anni, poco dopo la nascita di Barnabas, gli venne diagnosticato una malattia particolarmente rara, per la quale si trasferì da New York un prestigioso studioso che lo prese sotto le proprie cure, allontanandolo dalla famiglia per svariati mesi nei quale sottopose il bambino a più e più test e prove cliniche, utilizzandolo anche come cavia per risolvere il particolare ceppo di cancro.
La guarigione fù accompagnata da un effetto collaterale leggermente fastidioso quale la mutazione in un grosso canis lupus in particolari situazioni di nervosismo e rabbia.
Tornato a casa, la prima cosa che fece fu domandare del fratellino, ignorando il fatto che il padre fosse in ospedale per un incidente (dal quale si è ripreso, eh °-°).
A tredici anni ebbe una forte crisi, ma il medico newyorkese che lo teneva sotto monitor era assente, in casa vi erano solo lui e Barnabas, all'età di dieci anni, impegnato a dormire per riposarsi da una crisi sua dovuta all'incostanza nell'assumere i medicinali.
Per la prima volta riuscì a controllare sé stesso, mordendo il proprio braccio destro piuttosto che attaccare il fratello che riposava pacifico e rintanandosi uggiolando nella propria stanza, fino a tornare in sé. Troppo scosso e tormentato dall'idea di ciò che poteva avere luogo pochi istanti prima, rimase chiuso in camera per due giorni, finché il fratello, ripresosi, non entrò nella sua stanza, soffermandosi sulla porta e fissandolo, raggomitolato in un angolo, un ringhio basso proveniente da Andrew.
Erano rimasti così per un poco, finché un tuono più forte di quelli che avevano svegliato e portato il più piccino all'uscio dell'altro lo fece sobbalzare e correre dal maggiore, le lacrime agli occhi per la paura, anche se non si azzardava ad abbracciarlo per il precoce orgoglio.
Andrew lo guardò per pochi istanti, divertito, dandogli del poppante e dirigendosi a letto, facendogli spazio e vegliandolo tutta la tempestosa nottata.
Giunto ai sedici anni il padre lo sistemò dietro al bancone del Nightclub, per sua gioia ed irrefrenabile felicità del più piccolo, imparando i trucchi del mestiere di barman e divertendosi ad intrattenere le clienti.
O, meglio, tentando di farlo, data la presenza puntigliosa del più piccolo della famiglia a sgonfiarlo. Ma nonostante ciò, pare che il sesso femminile sia compiaciuto di ragazzi divertenti.
Un pomeriggio di fine estate, però, il minore dei due lo baciò, scoprendolo favorevole alla cosa e, anzi, quasi fomentatore della relazione incestuosa che si venne poi a creare, all'oscuro di chiunque altro all'infuori di lui.
Dopo qualche mese, quando tutto pareva andare per il meglio —eccetto l'Università, a dire il vero—, gli venne recapitata una lettera, scritta di pugno da Clinton stesso, il medico che l'aveva curato, modificato da bambino. Partì senza avvisare nessuno, pensando di non impiegare più di pochi giorni, ritrovandosi invece lontano dalla città per svariati mesi, e senza nulla in mano.
Rassegnatosi, giustificò ai genitori la cosa come un corso di studi a Washington, prima di sbiancare alla notizia della fuga del più piccolo.